BURRI TRIONFA A NEW YORK

Come si fa ad essere artisti appena finita una delle guerre piú atroci di sempre? Si può tornare a disegnare tradizionalmente? Oppure alle avanguardie? Forse nulla a piú senso, nemmeno i soggetti. Forse l'unica cosa da fare è ripartire dalla materia e trattarla, bruciarla, ricucirla ecc come è stato fatto con la nostra anima. Anche se le ferite, non spariranno mai.


Quale modo migliore di festeggiare il centenario di questo grande artista se non con una mostra che ha sbancato il botteghino, se così possiamo dire. 39.000 i visitatori che in sole due settimane sono stati al Guggenheim Museum di New York per la mostra dedicata ad Alberto Burri. The trauma of painting  si compone di circa cento opere, un terzo derivanti dalla Fondazione, altre appartenenti a gallerie e privati.
Burri rimane uno dei più importati artisti italiani del dopoguerra, la sua indagine nella materia è senza fine e condotta con una tale passione e meticolosità da farne il soggetto, l'anima e il corpo della sua produzione. 


In un mondo che rinasceva, Burri sente ancora più forte il dolore della guerra, il trama della pittura appunto. Decide, quindi, di ripartire dall'origine, senza soggetti o senza idealismi da primi del Novecento e si concentra nella materia: la buca, la brucia, la lacera, la ricuce, la riunisce e lascia li, con il peso del mondo e di se stesso addosso. Non è forse il sentimento più alienante che possa esserci?
Ma facendo questo gesto, Burri crea la non forma, il non soggetto che diventano però oggetti e concetti tanto potenti d'avere lo stesso potere di un Urlo di Much, il dolore delle Guernica, l'alienazione di Goya. 


C'è, però, in tutto questo, un talento estremo, che ricompatta l'umanità, o meglio, il futuro ad essa collega. Una terapia che ha la forza di dare un nuovo slancio, un nuovo senso in un mondo che ne è privo.



L'impatto con Burri è fortemente influenzato dalla visione diretta che può avere il visitatore osservandolo dal vivo. Vi invito ad andare alla sua fondazione, o se siete nei paraggi di Milano al Museo del Novecento. Non c'è nulla di meglio per comprendere la sua arte. Un'arte vera, come la vita. 





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