LA MORTE DEI MUSEI
Mostre: mostrare, esibire un qualcosa per farlo ammirare e, a volte, come nel caso delle mostre d'arte, comprendere ai più.
Io ambisco ad elevarmi a curatrice, trovarmi trionfante nell'olimpo dei curatori, ma con quale etica?
Ultimamente, per motivi di studio, sto leggendo un libro di Francis Haskell, storico dell'arte del novecento. Diciamo che mi ha aperto un mondo, una visione del tutto nuovo sul concetto di mostra.
Il nostro caro Francis sosteneva che ormai i musei sono servi umili delle mostre. Usati e privati del loro status e più spesso delle loro opere, assoggettati alla macchina esposizione temporanea, al dio denaro, anche al dio politico.
e le opere? Mercificati, affittate come una casa per le vacanze, in cambio di favori politici, diplomatici, museali e denaro.
E scrive:
"Chilometri e chilometri sopra le nostre
teste, gli aerei sfrecciano, carichi di quadri di Tiziano e Poussin, Van Dyck e
Goya. Sotto, nel frattempo, i curatori di musei e gallerie d’Europa e Usa si
occupano di trasferire dipinti abitualmente custoditi nelle sale verso
magazzini inaccessibili e ingombri e si danno da fare per preparare nuove e
dettagliate didascalie. Gli amministratori fanno i conti e si rammaricano che
la scelta non sia caduta su un Monet o Van Gogh. Intanto gli editori fanno gli
straordinari per far uscire in tempo i loro voluminosi cataloghi, gli impiegati
degli alberghi accettano avidi o rifiutano dispiaciuti una valanga di
prenotazioni extra."
E se avesse ragione? Se non ci fosse tutta questa fretta, quasi parassitaria, di avere opere degli antichi maestri? Se non ci fosse bisogno di spedire un Tintoretto a Dubai? Un leonardo in Giappone? Diciamocelo non c'è...
Se una volta l'esposizione era usatA dai ricchi signori (aristocratici, banchieri, alta borghesia e clero) per il gioco "ce l'ho più grosso", ora si spedisce qualsiasi cosa, a volte con costi improponibili, solo per il vezzo di qualche curatore o per avere denaro in cambio.
Più ne studio, più mi rendo conto che le mostre che portano soldi ai musei si fanno attraverso la famosa "campagna prestiti", più non mi va giù....
Chi sceglie le opere? Il curatore...che in teoria dovrebbe venerare l'opera. l'idea del suo possibile rovinarsi gli dovrebbe far tremare l'esofago...e invece no! Preso da una brama di onnipotenza mischiata a una sindrome bambinesca del "voglio il mio giocattolo" fa viaggiare nei cieli quelle povere e fragili opere.
Ora, non fraintendetemi, non sono contraria proprio a tutti i prestiti...sono contraria all'assurdo, all'abuso. Quel che è più preoccupante è che questo venga dai musei. Istituzioni che hanno come obiettivo primario la conservazione.
E' ovvio che l'arte sia vista come qualcosa di snob, che il museo come qualcosa di noioso e antico dalla persone fuori dal sistema. Per anni, anzi decenni invece di "invitare" le persone, come una brava padrona di casa, le derideva pavoneggiando la sua superiorità, questo però non giustifica il fenomeno odierno che avviene nei musei e da chi li gestisce..ma dovete trasformarlo in un parco dei divertimenti? dobbiamo prendere spunto dalla Disney? Meglio un museo che faccia il museo al meglio, ricco di cultura e creatività, invece di uno che per campare deve fare i conti della serva. L'innovazione dovrebbe venire prima del vendere i proprio valori.
Se non ci fossero i musei chi garentirebbe la salvaguardia delle opere? Il punto è che ormai i musei stanno perderdo il loro ruolo per far posto a uno spazio...si uno spazio dove mettere le mostre,1 meravigliose, a volte fatte divinamente, ma sempre effimere
Un ultimo esempio, c'era proprio bisogno di spendere soldi per comperare una mostra pre confezionata di Van Gogh ( povera Van non ce l'ho con te), una mostra che non spiega o non mostra nulla di nuovo, vuota, nel gergo tecnico la si definisce block buster, "perchè fa figo e porta gente" ? Un po come dire "signori e signore è arrivato il circo" o " E' arrivato l'arrotino". Invece di investire su Brera che ha i magazzini messi male, manco fosse il mercato del pesce, prendere una o due di quelle opere e imbastirci una mostra ad hoc che ti portava uguale gente? ma senza costi di prestiti di opere?
così è...giusto un pensiero...
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