PICASSO - Il colore inciso
Il 7 settembre sono stata al Castello di Bard
in provincia di Aosta.
E se anche il turismo enograstronomico mi attirasse,
non sono andata per quello,
ma bensì per vedere
una mostra di uno
dei capisaldi
dell'arte del novecento
Picasso.
Ora,
io con Picasso
ho un rapporto particolare.
E' stato grazie a lui che
ho capito quanto fosse
grande la mia passione
per l'arte e
soprattutto quello che volevo
fare nella vita.
Forse ve lo avevo già
raccontato,
mi trovavo in vacanza a Parigi, quando andai con una mia amica
a visitare il museo di Picasso...scherzavamo
e ci divertivamo
come fanno due comuni
adolescenti,
avevamo appena attraversato
la sala dedicata al cubismo, quando lo vidi,
purtroppo non mi ricordo
il titolo,
era un nudo di donna,
talmente passionale,
vorace,
i colori sgargianti
e infuocati trasmettevano tutta l'avidità dell'artista.
"L'arte non è mai casta" diceva Picasso...e aveva ragione!
Ogni volta che mi trovo, preciso, dal vivo, a vedere un'opera del grande artista,
io provo la medesima cosa.
In più questa volta si trattava principalmente di linografie,
che non avevo mai avuto la possibilità di vedere.
La mostra
è stata realizzata al
Castello di Bard,
un polo museale che si può definire atipico.
Prima di tutto
non è in una grande metropoli,
in secondo luogo,
non è facile da raggiungere
e terzo mai mi sarei aspettata
di dover faticare tanto per arrivare a una mostra.
Ma questo è stato anche un bene. perchè
è quando si fa fatica a raggiungere un obiettivo
che se ne apprezza il risultato finale.
Il castello è situato sulla cima del monte di Bard ed è composto da vari livelli.
Per arrivarci
ho dovuto prendere
due ascensori e quattro funivie,
il tutto veramente ben fatto e tecnologico.
Il giorno in cui sono andata
io però la seconda funivia
era guasta e
così si è fatta una bella passeggiata.
Tralasciando questo,
arrivati in cima si ci sente già vittoriosi,
portatori di chissà quale segreto.
Lo scettro è il biglietto da visita,
la vincita il poterlo ammirare.
La mostra è stata divisa in microaree.
Le donne,
L'ispirazione ai grandi classici,
Il toro,
Il minotauro e i miti,
le ceramiche, le locandine e le
fotografie.
Curata da Markus Müller e
Gabriele Accornero si
propone come la più completa
retrospettiva sulla produzione di
linografie del maestro spagnolo
mai realizzata in Europa, per
ampiezza e alto valore
qualitativo delle opere, in
tutto oltre 140. Pablo Picasso è
l’artista che, nel XX secolo, ha
portato l’arte della stampa su
linoleum ai più alti livelli
stilistici, eccellendovi
insieme con Henri Matisse. Grande
importanza è data al processo
creativo che portava il genio
spagnolo a creare i suoi
capolavori con la tecnica
dell’incisione.
Un confronto interessante è dato
dal dialogo con le ceramiche che
in parallelo l’artista realizzava,
sapientemente accostate, nel
percorso espositivo, alle opere
grafiche. Pezzi di pregio,
provenienti dal Museo della
Ceramica di Vallauris e da
collezioni private.Contestualizza
l’esposizione la raccolta di 30
immagini del fotografo di
Picasso David Douglas Duncan e un
filmato sul Maestro.
Il filo conduttore di tutto il
percorso sono gli anni che
vengono raccontati dai cinquanta
ai sessanta.
Erano i decenni in cui Picasso
poteva cercare nuovi
percorsi e rielaborare nuovi
mondi.
Picasso ha lottato tutto la vita
con l'arte ma ha sempre vinto
lei, doveva fare quello che
diceva. Si può riassumere tutto
il suo lavoro in una parola:
semplificare.
Picasso doveva semplificare il
tratto, il colore e lo stile.
Disegnava come Raffaello ma
cercava di dipingere come un
bambino e lo faceva per scavare
affondo e trovare la profondità
dell'arte. Ci riusciva sempre, a
partire dal cubismo, per arrivare
alla Guernica fino a raggiungere
le ceramiche. Caso emblematico di
tutto ciò è stato vedere un film-
documentario dove Picasso
disegnava e ridisegnava sopra al
primo disegno, cambiandone
e facendone mille versioni
diverse, mai una uguale all'altra,
instancabile per ore verso
il raggiungimento della
perfezione. Al che il regista
rivolgendosi a lui disse "la cosa
divertente è che la maggior parte
della gente crederà che tu ci
abbia messo 10 minuti a farlo" e
Picasso rispose " da quanto siamo
qui?" il regista "sei ore" e
allora una persona comune si
aspetterebbe una risposta a
quell'affermazione ma invece lui
semplicemente disse "datemi una
tela più grande".
E' questa ossessione per la
semplificazione che non viene mai
spiegata abbastanza, questa
ripetitività del gesto, questa
ricerca del perfetto, cosa che lo
accomuna a molti, mi viene in
mente Monet. Certo è che Claude
era ossessionato dal soggetto e
invece Pablo lo era dallo stile.
Picasso è l'emblema dell'artista
dedito alla causa dell'arte, non
ci può fare niente, ma è proprio
questa caratteristica che lo
eleva al ruolo di genio.
Temevo che fosse la solita Block
buster e invece mi sono ricreduta
perchè c'è stato un percorso con
diversi prestatori di opere, c'è
stata la volontà di poter
lasciare lo spettatore libero di
girare per le sale senza un
percorso obbligatorio.
Viene spiegata egregiamente la
linografia e molte linografie
ripercorrono temi importanti per
l'artista, in più c'è un
crescendo di bravura nel
perfezionare la tecnica. Questa
però è anche la mostra dei legami
affettivi. Tra Picasso e il
proprietario della stamperie, tra
Picasso e il fotografo Ducan, tra
Picasso e il suo amore
Jacqueline, qua più sentito.
Inedito ma non del tutto nelle
celebre foto di Ducan che lo
ritraggono nei momenti di vita
giocosi o mentre è intento a
catalogare le sue opere con la
moglie.
Insomma una mostra da andare a
vedere assolutamente, non ci sono
parole per spiegarla, una mostra
di nicchia ma di attente
divulgazione.
Fino al 26 ottobre al forte di
Bard (Aosta).
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