Francesca Woodman

Mi sono interrotta, forse ho dato tutto quello che potevo dare, o forse l'inquietudine mi ha sopraffatto. Vivo per l'arte, vivo per la fotografia. Mi sveglio per lei, mangio per lei, faccio l'amore per lei, dormo per lei. Il mondo, a volte, è troppo piccolo sia per contenere la mia arte che me...non sono capita. 



Sono nata a a Boulder, in Colorado, i miei genitori sono artisti, tutto quello che mi circondava era arte: pittori, fotografi, mia mamma è ceramista. A tredici anni scopro la fotografia e insieme me stessa, scopro il mio corpo, mi rifaccio con naturalezza ai preraffraelliti e mi immergo nella natura... do me stessa. I miei e i loro amici sno preoccupati nel vedermi trascorrere le estati così, ma a me non importa.



Era tutto piccolo e io dovevo andarmene...tra il 1975 e il 1979 sono a Roma, in Italia, qui conosco l'amore, sono scontrosa con lui, è uno strumento per alleviare la mia angoscia. 
Conosco anche me stessa, uso la macchina fotografica come uso il mio corpo, specchi, carte alle pareti, bianco e nero...sono evanescenza, sono le particelle leggere che vedo nell'aria con il riflesso della luce, sono luce e oscurità. Conosco Man Ray, Duane Michals, Sabina Mirri, Enrico Luzzi, la trassavanguardia e molti altri...è un periodo molto bello, intenso e creativo, non mi do limiti e non li accetto, in verità non li ho mai accettati.





Nel 1981 torno a N.Y. e pubblico i miei primi lavori...non è come me lo aspettavo. Ho dato tutto e potrei dare ancora molto, ma temo di rovinare quel che c'era da dare...io sono la mia arte, ho interrotto la mia arte e ho interrotto anche me...Mi sono interrotta, ho scritto il perchè:

« Ho dei parametri e la mia vita a questo punto è paragonabile ai sedimenti di una vecchia tazza da caffè e vorrei piuttosto morire giovane, preservando ciò che è stato fatto, anziché cancellare confusamente tutte queste cose delicate » 

Ho lasciato tutto gettandomi, perchè sono severa, perchè sono un'artista.











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