DISSACRarte: GLI IMPRESSIONISTI



Manet era un rivoluzionario, non ha mai detto di far parte degli impressionisti e mai ha supposto di creare un movimento. Manet era fuori dagli schemi, troppo grande per uguagliarsi agli altri artisti, troppo geniale per cercare compromessi.  Provò sempre a poter entrare nei tradizionali canoni accademici, e quante porta in faccia che prese! Manet è forse il più importante dei pre-avanguardisti. Le sue opere fecero scandalo e semmai furono quei ragazzotti, di una generazione dopo di lui, che fecero di tutto per averlo come caposcuola. 




Dovete sapere che non li amo, li impressionisti intendo. Troppo commerciali e superficiali. Si va bene, lo studio del colore, il voler catturare la luce a tutti i costi, lo studio del cambio delle forme in corrispondenza ai cambiamenti atmosferici, ma non li tollero. Più che chiamarsi impressionisti avrebbero dovuto chiamarsi ossessionisti. 
Monet era un fissato, vi giuro fissato, ossessionato, voleva catturare tutti i cambiamenti che la luce procurava ai suoi soggetti. Era capace di incominciare in sequenza tele e tele dello stesso soggetto, e cambiarle a seconda del posizionamento del sole durante il giorno. Se non è paranoia questa. 



Senza contare Degas, che si era preso proprio una fissa con le ballerine, prima di fare pensieri maliziosi, era solo in fissa con il movimento, che manco Balla nel futurismo. 


Almeno Renoir si divertiva, si va bene, studiava la luce, ma ci metteva un pizzico in più di amore, di emozione, con quei volti felici alle feste, o innamorati. 


Insomma in questo gruppo di disastrati e scapestrati artisti intimisti e fuori dagli schemi, chi univa tutti e "teneva su la baracca" era Pissarro, che povero nessuno si ricorda, eppure era quello che faceva il lavoro grosso. 


Se prima il lavoro di Manet era osceno e volgare. Considerato una presa in giro, con una prospettiva appena accennata, con chiazze di colore al posto del più virtuoso chiaroscuro, chissà quanto ridicola dovrebbe essere stata l'opera di Monet.


Immaginate come l'hanno presa i critici dell'epoca alla vista di Impressione, levar del sole di Monet, non vi dico lo scandalo. Il critico Leroy, usò il termine impressione, in forma dispregiava, nella sua recensione, e da allora il gruppo si chiamò così. Se il povero Leroy sapesse di essere ricordato dai più non per la sua celebre cultura ma per aver dato il nome agli impressionisti non ci rimarrebbe molto bene. 


I bei pensanti sbagliavano però a prendere sottogamba questo fenomeno. Alla gente piaceva, alleggeriva il pensiero non dover confrontarsi con soggetti religiosi o mitici, approcciarsi al colore, alla "sensazione". Oggi è ancora così. Non chiedetemi perchè. Forse l'impressionismo tocca corde emozionali del genere umano, forse davanti alle Ninfee si ha lo stesso effetto che fa il lexontan. Sarà che l'arte cura davvero l'animo umano. 

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