Quale mistero si cela dietro l'opera Amor sacro e amor profano di Tiziano?
Da circa mezzo secolo critici e studiosi si interrogano su uno dei dipinti più misteriosi di Tiziano. Quale allegoria si cela dietro la tela Amor sacro e amor profano dipinta nel 1514-1515 e ora conservata alla Galleria Borghese di Roma?
Il tema del dipinto che raffigura due donne, una vestita e una nuda, sedute a fronte, insieme a Cupido, è senz'altro, come lo stesso titolo ci fa capire, l'amore. Un amore diviso, un amore che cerca nella quotidianità un'equilibrio che è sempre precario. Questa precarietà, dovuta alle difficoltà, al contrasto della vita e della morte è dato dalle due figure femminili, Venere (donna nuda) e Prosepina (donna vestita).
Realizzato per celebrare il matrimonio tra Niccolò Auelio, importante politico veneziano e Laura Baragotto, figlia del giurista Bertuccio che fu condannato a morte come traditore dal consiglio dei Dieci, ed il segretario del consiglio era Niccolò. Un matrimonio ostacolato e un quadro come allegoria della riconciliazione che gli sposi hanno dovuto incontrare.
Le difficoltà furono superate grazie alla mediazione di Amore e la persuasione di Venere. Prosepina, in questo caso, sarebbe la stessa Laura. La donna è infatti rappresentata con la vesta bianca e vermiglia, i guanti, la cintura con la fibbia, lo scrigno, il mirto, le rose tipiche della sposa e la coppia di conigli, simbolo di augurio per la futura prole.
L'amore rende quindi possibile la trasformazione da morte, si noti il sarcofago utilizzato come fontana, a vita, una nuova vita per i due amanti.
Fonte: Tratto dal testo critico di Augusto Gentili in I classici dell'arte, Rizzoli|Skira per il Corriere della sera
Commenti
Posta un commento