Omaggio alle sorelle Fontana, le stiliste che portarono il made in Italy nel mondo

Ho una profonda ammirazione per le donne che sognano. C'è l'ho da quando sono piccola, ammiravo la Sirenetta che sognava di avere le gambe, destavo Cenerentola che sgobbava tutti i giorni. Insomma l'emancipazione femminile per me è sempre stato un vero vanto e lo è ancora di più da oggi. Per caso mi sono imbattuta in un film dedicato a Micol Fontana, stilista e fondatrice insieme alle sue sorelle di una delle più grandi firme della moda dagli anni 50' in poi. 



Devo anche ammettere che non conoscevo la sua storia, ma mi sono subito appassionata e ammirato queste donne forti e femminili. 
Micol Fontana, originaria dell'Emilia Romagna, credeva nei sogni e in questi giorni è venuta a mancare e io voglio omaggiarla, come simbolo dell'arte, della moda, del made in Italy e soprattutto della donna. 
Si trasferisce a Roma con le sue sorelle per inseguire il sogno di confezionare abiti, è una sarta bravissima, ma ha qualcosa in più, sa anticipare le tendenze, sa pensare a un abito, insomma sa creare. Lavora come sarta negli anni 30, è sposata con un uomo che è tutto fuorché leale, le mente e quando lei lo scopre, anche se incinta di pochi mesi, lo lascia e si riappropria della sua vita. 


E' forte Micol, più di tante altre, ha dei progetti grandi, possiede la verve di chi sa guardare oltre, di chi vuole farcela e ce la mette tutta per farlo. Soffre la fame e la sete ma va avanti. Finchè un giorno, l'incontro fortunato con la principessa Caetani della Roma bene non la fa conoscere nell'alta borghesia romana, i suoi abiti saranno i più desiderati. La cosa che mi ha resa ancora più incredula è che lei e le sue sorelle non avevano soldi e nonostante questo hanno aperto la loro casa di moda, e non l'hanno fatto in un periodo tranquillo, lo hanno fatto nel 1940 all'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Ero incredula nel pensarlo. Una donna sola, con una figlia, senza soldi che durante un periodo così difficile decide insieme alle sue sorelle di aprire un atelier di moda. Questo è essere sognatori, questo è crederci, questo è pensare di potercela fare sempre, ad ogni costo. I tessuti per confezionare la loro prima sfilata li hanno comperati grazie alla vendita di galline al mercato nero. 




Se ci penso che ora molti mi dicono che non vogliono aprire un'attività in cui credono perchè è un brutto momento e c'è crisi mi viene da sorride, immagino tra me e me la faccia che avrebbero fatto le sorelle Fontana davanti a tale affermazione. E dopo negli anni 50 il successo assoluto, nazionale e non solo, attrici vestite da loro. Gli abiti creati da Micol e le sue sorelle furono usati per le occasioni più svariate, dai matrimoni delle celebrità ad addirittura gli Oscar. Le tre stiliste vestiranno Gina Lollobrigida, Liz Taylor, Audrey Hepburn, Barbara Stanwyck, Grace Kelly, Jacqueline Kennedy, Joan Collins, Ursula Andress, Soraya, Anita Ekberg e Ava Gardner. Un successo internazionale, voluto fortemente, lavorando sodo.





E dopo la morta della figlioletta adorata, mancata per una malattia che oggi debelliamo, il tifo. Il lutto, la sofferenza, la solitudine e infine la rinascita, un nuovo progetto, vendere gli abiti in America. E finalmente, l'amore, quello vero, non quello che l'ha usata e abbandonata, l'amore protettivo che ha saputo aspettare per averla.
Più ci penso e più capisco che noi quella tenacia non c'è l'abbiamo, noi siamo seduti e sogniamo di realizzare i nostri progetti ma poi perdiamo le ore su facebook, su instagram e su youtube, speriamo che qualcosa bussi alla nostra porta dicendoci "Ehi, tu sei bravo, diventerai ricco".




Per molti ormai il sogno non è importante, è il profitto quello che conta. Un'autocritica profonda alla nostra generazione che non sa o non vuole capire come si ottengono le cose. 
Di una cosa sono certa, come modello di riferimento io voglio donne come le sorelle Fontana, e voi? 





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