BLOGMAS day 2. Polemica cittadina. L'arte e la politica
Caro Babbo Natale per quest'anno vorrei che i politici capissero che con la cultura e l'arte si può fare economia, se non ci riesci mi accontento anche di un consigliere che sappia la differenza tra viabilità e cultura...
Prendete una città di medie dimensioni, diciamo circa 70.000 abitanti, dotatela di un passato industriale glorioso, aggiungete la crisi e datele una governarce legista, mescolate il tutto ed otterrete la mia città. Il centro storico è pervaso dal rinascimento, una piazza tra le più belle d'Europa e un Castello Sforzesco, che è li dal medioevo e ne ha viste tante, molte. Beh in questo posto, che dalla mia descrizione parrebbe essere un oasi pronta a raccogliere i frutti dell'arte, non c'è posto per la cultura. Pochi sono le persone che cercano di dare nuovo lustro alla città. Il restante ama fare la classica passeggiatina sotto ai portici della Piazza Ducale.
Circa una settimana fa, c'è stato il consiglio comunale, un consigliere dell'opposizione ha chiesto che la città concorresse per il titolo a Città Europea della cultura. Un progetto decisamente ambizioso, forse troppo. Difficile portare a casa una vittoria, certamente sarebbe stata un'occasione per migliorarsi, per utilizzare la cultura come miccia economica, sarebbero sorti posti di lavoro, il commercio ne avrebbe giovato e così altri settori. Durante la seduta la mozione è stata bocciata. Un consigliere avrebbe detto: "occupiamoci prima della viabilità, poi la cultura". Quest'affermazione spiega perfettamente come questa amministrazione vede la cultura. Una cosa scomoda, una spesa e con poca resa. Il turismo legato alla cultura, la base per una città turistica in questo caso non esiste. E allora ho pensato che tutti gli studi fatti, in una realtà del genere, che è comunque la risonanza di un macroclima italiano, non servono a nulla.
L'arte per anni, da quanto esiste il genere umano è stata usata come strumento della politica, perchè l'arte è alla base della creatività, della cultura, del pensiero, della psicologia e della fantasia. Qualsiasi società ha usato l'arte come mezzo di potere, dall'Arco di Costantino, alla statua di Lenin, l'arte dimostra quanto potente e civilizzata sia uno stato. Se ci pensate l'arte è potere, usa un linguaggio che non è quello della scrittura o delle parole, ma che è comunque forte, forse anche di più.
Ritornando ai giorni d'oggi l'arte e la cultura non sono visti dai politici come mezzo di potere,anzi, in verità non sono proprio visti. Nelle priorità è diventata ultima. Per fortuna, come la fantasia l'arte resisterà a tutto ciò, anche a un governo cittadino che per cultura intende la sagra della polenta e salsiccia.
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